Descrizione
Questo lavoro vuole testimoniare – anche attraverso un’esperienza concreta, ancora in corso – che è invece possibile, nella quotidianità di un DSM, ricondurre ad unità la teoria con la prassi, avviando un percorso di cambiamento dell’intero sistema dei servizi.
Il volume, suddiviso in due parti (Teoria; Organizzazione e pratica), si arricchisce degli aggiornamenti apportati dalla ricerca negli ultimi anni: i modelli di disabilità (biomedico, socio-politico, funzionale), le conseguenze della malattia mentale sulle dimensioni biologica, psicologica (self-stigmatiziation) e sociale, le più rilevanti acquisizioni delle neuroscienze sociali (neurosviluppo, neuroplasticità, recovery ed esiti funzionali), i principali trattamenti biopsicosociali EB, le loro implicazioni con gli esiti di recovery, la necessità di una maggiore competenza professionale e il ruolo della dirigenza, medica e infermieristica, nei processi di modernizzazione dei servizi, nonché i diversi approcci diagnostici e la diffi coltà di assimilare la diagnosi psichiatrica alle altre branche della medicina (validità, affi dabilità).
Nella seconda parte si sottolinea la necessità di superare la separatezza dei servizi di salute mentale rispetto ad altre agenzie sanitarie (cure primarie) e sociali (servizi sociali, Enti Locali e risorse informali di comunità), tramite team interdisciplinari trasversali alle singole UO dei DSM e ai servizi sociosanitari territoriali (Programmi integrati centrati sul destinatario). Viene, inoltre, descritto come i principi dell’evidenza e del recovery sono trasferiti in un intero DSM e come, nonostante le diffi coltà emerse (resistenze individuali e sistemiche, problemi dovuti al modello organizzativo preesistente, pregiudizi culturali e carenza di risorse umane), possono essere raggiunti risultati signifi cativi.