Descrizione
Questo semplice e drammatico scambio verbale avvia il lavoro in gruppo con bambini o adolescenti che hanno in comune un cambiamento familiare, una separazione che riempie la mente di tante domande e necessita di un luogo e di un tempo dove poterne parlare fiduciosi, alla ricerca di un senso e di modalità buone per viverla.
Questa risorsa agile ed innovativa rappresenta uno spazio e un tempo dove è possibile riconoscersi con altri soggetti appartenenti a nuclei familiari divisi, o che vivono l’allontanamento per un affido eterofamiliare, o il lutto per una perdita grave, e trovare un senso a quanto accaduto. Un luogo dove porre domande, ricevere informazioni e mettere parola su inquietudini e paure a volte non nominabili. Una “buona prassi” introdotta una decina di anni fa nel nostro Paese dal Canada, è oggi diffusa in Italia in servizi pubblici, privati e di terzo settore, per affiancare le famiglie in difficoltà e permettere ai figli di esprimere ciò che stanno vivendo attraverso la parola, il disegno, i giochi di ruolo, la scrittura, ecc.
Le peculiarità del modello formativo, gli obiettivi e il metodo di questa risorsa finalizzata a facilitare il riconoscimento tra pari e a riannodare il dialogo con gli adulti con l’aiuto di un professionista esperto sono documentati nel volume, attraverso l’illustrazione di ciò che avviene dentro la stanza del Gruppo di parola e nell’intreccio con la mediazione familiare e altri interventi a sostegno delle famiglie fragili.
Il testo – frutto di un serrato confronto all’interno del gruppo di lavoro attivo in diverse città italiane, coordinato dalla curatrice – presenta ad operatori psico-sociali ed educatori uno strumento innovativo, anche dalla forte valenza preventiva, in quanto traduce operativamente una prospettiva di lavoro finalizzata al benessere relazionale del corpo familiare e alla cura dei legami tra le generazioni.