Descrizione
Esso si ripropone, anzitutto, di fare il punto sullo stato dell’arte della teoria generale della psicoanalisi e di vagliare la solidità del modello freudiano della mente, che risulta difficilmente compatibile con il panorama filosofico, epistemologico e scientifico del nostro tempo. Tale esito critico esige una conseguente valutazione dell’idea, condivisa nel mondo psicoanalitico ma assai fragile dal punto di vista teorico e logico, secondo cui la falsificazione del modello freudiano della mente (metapsicologia) sarebbe irrilevante per la teoria e la pratica clinica.
L’analisi critica dimostra invece la necessità e l’urgenza di rimettere mano al progetto di una riformulazione teorica globale, che i rapaportiani non riuscirono a realizzare negli anni ’70, ma che il modificato panorama scientifico e culturale sembra oggi incoraggiare e consentire. In vista di tale obiettivo è necessaria una preliminare esplorazione del territorio concettuale per individuare il punto di vista, le direttrici essenziali e le coordinate generali dell’auspicata costruzione teorica. L’esplorazione parte dal riesame del concetto di intenzionalità,
da una nuova e differente soluzione del problema dell’intenzionalità inconscia e da una rilettura, organismica, “incorporata” e saldamente ancorata all’evoluzione, della tematica dell’Io e dell’inconscio. Sembra, infatti, ragionevole che si debba ormai espungere l’inconscio dalla classe delle cose-che-spiegano (explanans) per situarlo, più correttamente e logicamente, in quella delle cose-da-spiegare (explanandum).