Descrizione
Negli ultimi decenni la psicopatologia è andata incontro a una radicale trasformazione. Sempre più spesso le nuove forme della clinica non si adattano alle nostre tradizionali classificazioni: da un lato il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali si affanna a costruire sistemi categoriali statici e coerenti, dall’altro la clinica sembra essere investita da uno “sciame sismico” a causa del quale le diagnosi si disperdono in una galassia di fenomeni ibridi, eterogenei e poco delimitabili.
La schizofrenia, la cosiddetta “depressione”, i disturbi alimentari nelle loro mutevoli espressioni, l’autolesionismo, l’area borderline, i comportamenti antisociali sono diventati sempre più spesso forme psicopatologiche “liquide” che, nella loro indefinitezza e complessità, si nascondono dietro la maschera camaleontica del sintomo.
Le riflessioni, le ricerche e le pratiche cliniche intorno a queste nuove forme della clinica non hanno ancora trovato una adeguata rappresentazione nei Manuali sui quali i nuovi clinici si stanno formando.