Descrizione
Il presente lavoro costituisce un approfondimento sul tema delle distorsioni visive e delle incongruenze narrative frequenti nell’esperienza onirica, sotto tre punti di vista:
a) la bizzarria nella storia del sogno, dagli autori greci e latini fino al Cinquecento;
b) l’esame degli oltre cinquanta contributi scientifici apparsi negli ultimi decenni del Novecento e nel primo di questo secolo;
c) una nuova ipotesi su come si genera il fenomeno della bizzarria.
Ad un certo momento, infatti, si viene ad infrangere la coerenza narrativa e visiva che fa credere al sognatore di vivere un’esperienza reale, e l’evento bizzarro, con la sua carica di illogicità e di violazione delle leggi fisiche, fa il suo ingresso sulla scena del sogno. La tesi è che ciò avvenga quando la volontà del sognatore non riesce ad affermarsi e viene coartata da un diverso esito della trama. Il meccanismo è quello del rifiuto della realtà a seguito della frustrazione del desiderio che Freud aveva individuato per i sogni diurni e le fantasie inconsce; ma che egli non avrebbe applicato alla fenomenologia onirica, anteponendogli quello della censura.
L’ipotesi viene testata ricorrendo ad un consistente set di sogni che possono definirsi celebri per essere entrati a far parte della letteratura specifica, con la parte del leone svolta da quelli contenuti nelle opere di Freud, Jung, Musatti e Hobson.