Spazi e limiti psichici. Fobie spaziali, funzionamento borderline, la vergogna, la melanconia

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Disponibile in 3-5 giorni lavorativi

Anno: 2012
Editore: Franco Angeli
Autore: Marco La Scala
Argomento: Psicoanalisi

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Descrizione

Oggetto di questo libro sono i limiti che definiscono l’apparato psichico nel suo insieme e che all’interno di esso permettono di individuarne aree funzionalmente differenziate.

Il limite come interfaccia di questi spazi è qui considerato come un luogo privilegiato di elaborazione e di costituzione di quei legami che regolano la permeabilità e l’attraversabilità dell’apparato psichico, sia rispetto alla forza delle pulsioni, sia rispetto alla realtà esterna e alle valenze traumatiche che investono l’Io.

Si potrebbe dire che sempre il lavoro psicoanalitico si svolge su un limite, un limite esistente o un limite da costruire: confine fra due, sé-altro; frontiera, delimitante due interni, le aree dei soggetti, però anche dotata di uno spazio al suo interno, un luogo per la terzeità.

Dal costituirsi e dal definirsi di un confine, contenitore indispensabile nel processo di soggettivazione, nel processo evolutivo, ma anche nel lavoro analitico, procederanno quelle che l’autore definisce come “trasformazioni a partire dai confini”, cambiamenti in grado di propagarsi all’intero apparato psichico.

All’opposto, il limite può porsi al servizio delle difese, andando a costituire barriere psichiche per opporsi al temibile affacciarsi delle propaggini dell’inconscio e alla traumaticità della realtà esterna. Queste barriere hanno lo scopo di attuare compartimentazioni, impervietà e chiusure nell’apparato psichico e determinano limitazioni, deformazioni e mutilazioni dell’esperienza e dell’Io.

In questa prospettiva vengono lette l’agorafobia e la claustrofobia, gli stati limite, l’affetto di vergogna e la depressione nelle forme borderline e melanconiche.

Questo testo rivisita e chiarisce alcuni concetti teorici e clinici indispensabili nel lavoro psicoterapico, concetti che oggi tendono a perdersi in una eccessiva semplificazione, come ad esempio sta avvenendo per i cosiddetti attacchi di panico