Descrizione
A cura di Francesco De Bei
Stephen Mitchell è unanimemente riconosciuto come il principale autore e portavoce di quella “svolta relazionale” che tanto ha influenzato la psicoanalisi degli ultimi trent’anni. Ma in Mitchell è possibile riconoscere anche un modo profondamente personale di intendere la teoria e la clinica psicoanalitica, non direttamente o esclusivamente rivolto alla creazione di una psicoanalisi non pulsionale. Tanto nella teoria quanto nella pratica clinica, grazie alla sua capacità di sciogliere le principali dicotomie che hanno costellato la storia psicoanalitica, Stephen Mitchell è riuscito a dar vita a una psicoanalisi interessata a comprendere i molteplici modi in cui fantasia e realtà, intrapsichico e interpersonale, passato e presente si fondono, influenzandosi a vicenda, nella relazionalità umana. La capacità di tenere in equilibrio dialettico la natura illusoria e quella reale delle relazioni interpersonali costituisce la qualità principale di una relazionalità sana. In questo volume sono raccolti i principali articoli teorici e clinici di Mitchell, in cui l’autore descrive la teoria e la cura analitica come la capacità di “interiorizzare una sorta di amore per la vita che si conserva senza illusioni, eppure è continuamente arricchito da esse”.
L’autore
Stephen A. Mitchell (1946-2000) ha fondato e diretto la rivista Psychoanalytic Dialogues: A Journal of Relation Perspectives. È stato analista supervisore con funzioni di training presso lo William Alanson White Institute e docente supervisore nell’ambito del Postdoctoral Program in Psychotherapy and Psychoanalysis della New York University. In questa collana sono stati pubblicati Il modello relazionale (2002) e L’amore può durare? (2003).